Voltura catastale, come mettersi in regola con il catasto
Lentamente ci si avvicina alla riforma del catasto. Il processo sarà lungo e porterà alla luce situazioni rimaste in sospeso da anni. Si parla di beni registrati al catasto nella categoria non corretta (ad esempio appartamenti registrati come magazzini) oppure completamente sconosciuti al fisco. In ogni caso, nelle situazioni di scarsa chiarezza, è bene correre ai ripari utilizzando la “voltura catastale”, una procedura che permette di modificare l’intestazione di un bene immobile registrato nel Catasto ( per la precisione presso l’Agenzia del Territorio, ai Servizi Catastali).
Come funziona una voltura catastale?
La voltura si accompagna agli atti traslativi e trova la propria giustificazione in un evento che determina la modifica della titolarità del bene: un atto notarile di trasferimento (come una vendita o una donazione), un decreto di aggiudicazione del tribunale, un esproprio del Comune o la morte dell’intestatario ed il conseguente subentro degli eredi.
Nel nostro sistema il trasferimento dei beni non è connesso alla modifica dell’intestazione catastale dell’immobile, e il Catasto non è probatorio in termini di titolarità del bene. Resta comunque importante assicurarsi la corretta intestazione dei beni immobili nel Catasto, che è una anagrafe degli immobili particolarmente rilevante ai fini tributari.
Quando il cittadino può essere certo che la voltura sia avvenuta correttamente?
Quando il cambio di intestazione è collegato ad un atto notarile di trasferimento, rientra tra le competenze e i doveri del notaio provvedere alla voltura che avviene attraverso una procedura telematica; quando consegue ad un provvedimento del Tribunale, sarà il Cancelliere a presentare la richiesta di voltura; quando segue l’evento morte, con la dichiarazione di successione telematica viene fatto l’aggiornamento automatico, a meno che vi siano ragioni specifiche per scegliere di farla cartacea: in questo ultimo caso (e sempre prima dell’introduzione della dichiarazione telematica) chi cura la successione redigerà una copia apposita che viene trasmessa per ottenere l’aggiornamento dell’intestazione.
Quando invece possono esserci dei dubbi?
Può accadere che per le transazioni più risalenti nel tempo non si sia completata questa procedura e l’immobile risulti ancora intestato al vecchio proprietario: questo non compromette la titolarità sostanziale del bene, che trova il proprio fondamento nell’atto di trasferimento, ma si tratta di una situazione da regolarizzare, tanto più a seguito della disciplina specifica che fu introdotta nel 2010 e che esige di verificare, prima di porre in essere un atto traslativo, che vi sia la cosiddetta “conformità soggettiva”, vale a dire una corretta intestazione del bene sia in catasto, sia nell’altro ufficio in cui sono registrati gli immobili, vale a dire la cosiddetta “Conservatoria dei Registri Immobiliari” (Agenzia del Territorio, Servizi di Pubblicità Immobiliare).
Chi sono i soggetti abilitati ad aiutare il cittadino in questa procedura?
Non è solo il notaio che può provvedere alla richiesta di voltura, ma anche i professionisti iscritti agli ordini e collegi professionali, abilitati alla predisposizione e alla presentazione degli atti di aggiornamento catastale (ingegneri, geometri, architetti, etc.), i quali tuttavia dovranno formulare la istanza di voltura presentando anche la copia del titolo che ha determinato il trasferimento sostanziale della proprietà.
Quanto costa?
Il costo di una domanda di voltura è di 55 euro, a cui deve aggiungersi il bollo sulla domanda se cartacea e il costo del professionista abilitato che dovrà provvedervi.