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Nei condomini avanza la gestione professionale


ROMA - La casa muove i voti. E i partiti si preoccupano dei milioni di neo-proprietari che hanno comprato abitazioni nel corso della passata legislatura. Come anticipato sul Sole-24 Ore del 2 aprile (si veda anche l'articolo qui sotto) il rapporto casa annuale del Censis segnala un notevole incremento dei padroni di casa, ma l'attenzione del Parlamento al problema è stata modesta. Al punto che la legge di riforma del condominio, dopo anni di lavoro, è arrivata alla soglia del l'approvazione per cadere nel l'oblio a pochi giorni dalla fine della legislatura. Eppure stiamo parlando di un milione di condomini, dove vivono 23,4 milioni di italiani, il 40% del totale: i dati vengono da un'altra ricerca, che il Censis ha elaborato con l'Anaci, l'associazione nazionale degli amministratori condominiali. Una realtà che porta sempre controversie e liti, con una crescita significativa fra 2002 e 2003.
Il secondo Rapporto Censis-Anaci, che viene presentato oggi a Roma, alle 17 in piazza Monte Citorio 131, definisce per la prima volta con la serietà degli strumenti statistici una fotografia precisa della situazione. Secondo il rapporto, sulla base dei dati del censimento Istat 2001 si può parlare in Italia di 935.704 edifici in condominio (su un totale di 11 milioni), dove abitano 9.366.741 famiglie.
Ma il dato più rilevante è quello degli immobili in possesso di codice fiscale: 740mila nel 2002, con un incremento del 5,4% rispetto al 2001. Un dato, secondo il rapporto, che sembra disegnare un passaggio, anche se lento, da una situazione "spuria" di tipo volontaristico-familistico a una regolarizzazione vera e propria. Anche l'aumento del numero di amministratori condominiali professionisti, rilevati sulla base dei modelli 770, passato da 35.684 nel 2002 a 40.925 nel 2003, con un incremento del 14,7%, indica una vera e propria ansia di regolarizzazione. Si noti che questi 41mila amministratori gestiscono 328mila condomini, quindi la maggioranza degli edifici è ancora in mano a piccolissimi studi o addirittura a condomini volonterosi.
Altrettanto significativi i dati del rapporto sul contenzioso: degli amministratori Anaci interpellati dal Censis il 48% definisce «abbastanza frequenti» le liti e il 15,6% addirittura molto frequenti. Colpisce, invece, la diversa percezione della variazione della litigiosità: in forte aumento secondo il 69,7% degli amministratori, in diminuzione secondo il 73,9% dei giudici di pace intervistati. Ma la ragione è semplice: sono gli stessi amministratori a segnalare che nel 73% dei casi le liti iniziate in condominio si risolvono bonariamente, il 16% trova conciliazione dopo qualche lettera degli avvocati e solo l'11% arriva veramente in giudizio. Sui motivi di lite (si veda il grafico riportato sopra) ai primi posti, come prevedibile, l'uso delle parti comuni e i rumori molesti. Comunque, al di là della percezione, i dati Istat elaborati dal Censis mostrano, invece, una crescita dei procedimenti civili dal 2002 al 2003: sotto la voce «misure e modalità d'uso dei servizi condominiali», ricavata dai dati sui giudici di pace, i procedimenti sopravvenuti fra 2002 e 2003 sono passati da 1.377 a 2.036 e quelli pendenti sono passati da 1.592 a 2.049

fonte: Il Sole 24 Ore

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