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Cedesi lusso a Venezia, nessuno risponde

Prezzi alti a Venezia. Troppo alti. Tanto che, secondo voci e rumors di mercato, due noti operatori italiani, entrambi quotati in Borsa, starebbero cercando di vendere hotel di lusso. Senza riuscirci.
Uno è Cit, Compagnia italiana turismo. L'amministratore delegato Giovanni Natali, arrivato ai vertici della società non solo per traghettarla verso il primo mercato ma soprattutto per risanarla, punta molto sulla cessione di immobili per ripianare le sorti di un bilancio malinconico. L'intenzione di Natali, già dal febbraio 2003, era quella di ricavare almeno 300 milioni di euro dalla cessione di una dozzina tra villaggi e hotel. Uno di questi era il "gioiello" situato sull'Isola di Sacca Sessola, su cui sorge l'Hotel Sofitel Venezia in Isola. L'isola di Sacca Sessola, situata nella laguna di Venezia di fronte a San Marco, si estende per circa 160.000 metri quadri: i lavori di ristrutturazione sono iniziati nel 2000 e comprendono un hotel resort con 325 camere, ristoranti, centro congressi, centro benessere, piscina, centro sportivo e chiesa per cerimonie. A giugno è stata sparsa la voce di un'offerta per l'80% di Progetto Venezia, la società cui fa capo l'isola di Sacca Sessola a Venezia, controllata da Cit (49%), famiglia Gandolfi (31%), e il gruppo alberghiero Accor, con il restante 20%. L'offerta sembrava presentata da una società inglese del settore immobiliare e appariva essere molto vicina ai 130 milioni di euro richiesti da Natali. L'operazione, però, non si è mai fatta. E Sacca Sessola è ancora in vendita.
La seconda transazione in cerca di acquirente sarebbe poi quella del pezzo da novanta Beni Stabili, ormai controllata dalla famiglia Del Vecchio. A essere sul mercato è il San Clemente Palace, hotel super lusso, anch'esso su un'isola della Laguna. L'isola di San Clemente è stata acquistata nel 2000 per 35 miliardi di lire, ma l'investimento complessivo ammonta a circa 65 milioni di euro. Nel frattempo, la strategia di Beni Stabili è cambiata: il turismo non è più core business, bisogna investire in uffici. Ecco allora che San Clemente, gestito dalla Turin Hotels International, va ceduto, come si sta cercando di uscire dalla partnership con Pierre & Vacances. La società non conferma. Ma i bene informati aggiungono: .

fonte: Il Sole 24 ore

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