Mercato Immobiliare: +7% la stima per Italia 2003
Il 2003 si chiude ancora all'insegna della forza per il mercato immobiliare italiano, anche se con segnali di rallentamento rispetto agli anni scorsi. È quanto emerge dal rapporto di Scenari Immobiliari reso noto venerdì. La stima finale per il 2003 del fatturato (valore dei beni scambiati) generato dal mercato italiano è di una crescita del 7% a 103,3 miliardi di euro, mentre la previsione per il 2004, basata sull'ipotesi di una graduale ripresa dell'economia, è di un aumento del 3,9% annuo. Il rapporto rileva in effetti come il trend sia rallentato dopo le ottime performance segnate dal 2000 al 2002, con variazioni annue rispettivamente di oltre l'11% e del 7,8%. Tuttavia "se nei mercati maturi suona il campanello d'allarme della crisi immobiliare, in Italia questi segnali paiono lontani", sottolinea Scenari Immobiliari. Nella Penisola - spiega Scenari Immobiliari - la dinamica contenuta del reddito disponibile delle famiglie e la crescente spesa per l'abitazione non hanno portato l'indice del rapporto prezzo delle case/reddito disponibile su livelli superiori alla media come in alcuni Paesi europei. L'indebitamento delle famiglie, nonostante la crescita osservata, resta basso rispetto al reddito disponibile e questo lascia ancora margine per un'ulteriore spinta in alto della domanda di mutui. Il riposizionamento verso l'immobiliare della ricchezza nel portafoglio delle famiglie italiane così continua sullo sfondo di uno scenario di bassi tassi d'interesse e di incertezza dei mercati finanziari. È questo del resto il contesto che ha permesso il proseguimento della tendenza positiva del mercato immobiliare in tutto il mondo, con le due sole eccezioni di Germania e Giappone. Il fatturato totale per il mercato europeo è stimato a fine anno a 600 miliardi (+2,8%). Solo la crescita spagnola risulta superiore a quella italiana (+11% a 71,8 mld). La Francia si deve invece accontentare di +1,7% a 145,7 miliardi, mentre la Germania è arretrata dello 0,5% a 171 miliardi, il che le consente comunque di mantenere lo scettro del maggior fatturato nel Vecchio Continente. In Europa quasi il 15% del Pil proviene dall'immobiliare. L'Italia è peraltro il Paese che possiede la percentuale più elevata di ricchezza immobiliare, che ammonta al 62% della ricchezza complessiva, seguita dalla Germania con il 58%, dalla Gran Bretagna con il 55% e dalla Francia con il 55%, contro una media europea del 57%. In Italia è stato ancora una volta il residenziale, che rappresenta i due terzi del fatturato, a trainare l'intero settore. Il comparto dovrebbe chiudere il 2003 con un fatturato di 84,5 miliardi, sulla spinta dell'aumento congiunto di prezzi (+7,2%) e compravendite (stimate a 870-900mila). Per il 2004 è prevista una stabilizzazione dei prezzi sopra il livello dell'inflazione, mediamente al 4,5%, mentre le compravendite dovrebbero calare a 800-850mila. Nell'insieme il fatturato è atteso a +3,8%. Aumenta peraltro la percentuale delle famiglie che sceglie la casa come bene d'investimento: il 26% nel 2003 contro l'8,7% nel 2002. Il mercato residenziale turistico è previsto a quota 2,6 miliardi a fine anno in aumento dell'8,3% con un'ulteriore crescita a 2,75 miliardi nel 2004. Per il terziario-uffici l'andamento 2003 è positivo, ma inferiore al biennio 2001-2002. Il fatturato stimato a fine anno è di 5,93 miliardi (+7,8%), mentre per il comparto industriale continua la fase di rallentamento iniziata nel secondo semestre 2002, con un fatturato di 4,1 miliardi (+5,1%). Per il commerciale il 2003 dovrebbe invece chiudersi con un fatturato di 6,15 miliardi.
fonte: CNN Italia